CIWF Logo Food Business
Search icon

Trasformare i sistemi alimentari. L’appello della scienza ad agire sul fronte dell’alimentazione e della produzione

Per il bene della nostra salute, del clima e dell'ambiente, la ricerca scientifica sostiene la necessità di cambiamenti fondamentali nel modo in cui produciamo e consumiamo cibo. Se vogliamo affrontare i tanti fattori da cui dipende la produzione di cibo sufficiente, sicuro e nutriente per tutti e stare entro i limiti imposti dalle nove soglie critiche da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta, è necessario trasformare i sistemi alimentari1.

The evolution of the planetary boundaries framework

Nel 2023 l’attività antropica ha fatto sì che si superassero sei delle nove soglie critiche per il nostro pianeta: cambiamento climatico, cambiamento del sistema del suolo, cambiamento del ciclo dell’acqua dolce, perdita di integrità della biosfera (biodiversità), nuove entità (sostanze artificiali, tossiche e a lunga vita) e alterazione dei cicli biogeochimici (fosforo e azoto, in particolare nell'agricoltura intensiva).

Senza un nuovo sistema alimentare non saremo in grado di affrontare la crisi sanitaria globale, centrare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, rispettare l'Accordo di Parigi sul clima e la Convenzione sulla Biodiversità e soddisfare le esigenze di una popolazione che di qui al 2050 arriverà probabilmente a 10 miliardi di persone.

Una netta maggioranza di affidabili documenti scientifici – per es. a cura del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), dell'Intergovernmental Science Platform on Biodiversity (IPBES), e di EAT-Lancet Commission – sostiene che carne e latticini devono cominciare a rivestire un ruolo molto minore nella nostra dieta quotidiana.

Tutti i danni del nostro sistema alimentare: fame, sprechi e pratiche insostenibili

Nonostante anni di investimenti, ricerca e sviluppo e progresso tecnologico, il nostro sistema alimentare continua a presentare grosse problematiche.

Attualmente, più di 1,3 miliardi di persone non hanno abbastanza da mangiare, mentre secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) il mondo spreca circa 2,5 miliardi di tonnellate di cibo commestibile ogni anno (FAO, 2016)2.

Intanto, a livello globale, due miliardi di uomini, donne e bambini sono in condizioni di sovrappeso o obesità3, e l’alimentazione scorretta continua a essere il fattore di rischio responsabile del maggior numero di morti4. Nelle regioni sviluppate, il consumo medio di carne, latticini e uova è al di sopra degli standard raccomandati sia per un’alimentazione sana sia per il benessere del pianeta.

Nel 2016 le Nazioni Unite hanno affermato che, quando non è gestita in modo sostenibile, la produzione alimentare è uno dei principali fattori di perdita di biodiversità e inquina aria, acque dolci e oceani, oltre a essere una delle principali fonti di degrado del suolo e di emissioni di gas serra5. La produzione non sostenibile di alimenti contribuisce anche alla resistenza agli antimicrobici6 e all’insorgenza di malattie non trasmissibili, oltre che alla diffusione di malattie emergenti e di origine alimentare, mentre i lavoratori del settore vivono in condizioni di particolare vulnerabilità, spesso esposti alla riduzione dei prezzi da parte di distributori e altri componenti della filiera. Senza contare che tutto questo si ripercuote negativamente anche sul benessere degli animali allevati.

L’impatto dell’allevamento intensivo

L'emergenza climatica, ecologica e sanitaria che dobbiamo affrontare è indubbiamente causata da molteplici fattori. Uno dei principali è l'allevamento intensivo.

Questioni come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la salute pubblica possono essere affrontate attraverso l'eliminazione dell'allevamento intensivo e la transizione a sistemi di allevamento rigenerativo maggiormente rispettosi del benessere animale.

Impatto

Continua a leggere per scoprire di più sull’allevamento intensivo e l’ampiezza del suo impatto.

Persone, Pianeta, Animali
Impatto

Nonostante da più fronti arrivino prove convincenti a dimostrazione che bisogna cambiare rotta, finora si è fatto poco per costruire sistemi agroalimentari sani e sostenibili. L'allevamento intensivo continua a consumare vaste risorse, tra cui cereali e soia, per la produzione di mangimi. Le foreste vengono distrutte e riconvertite in terreni agricoli; l'intensificazione di monocolture e l’eccesso di prodotti agrochimici ha causato inquinamento di falde acquifere e corsi d’acqua7, degrado del suolo8,9, perdita di biodiversità10 e inquinamento atmosferico11. Benché a volte ammettano l’esistenza di gravi crisi ambientali, molti responsabili politici sono riluttanti a riconoscere la produzione animale intensiva come fattore scatenante.

Per affrontare questi squilibri, dobbiamo ripensare il nostro sistema alimentare e lavorare collettivamente e con soluzioni innovative alla transizione che porterà verso un sistema più umano, resiliente e sostenibile.

La dieta per la salute del pianeta: la soluzione a prova di scienza per l’alimentazione e il clima

La relazione della Commissione EAT-Lancet (2019) su “Cibo, Pianeta, Salute” ha fornito i primi dati scientifici per perseguire una dieta sana, specificando i cambiamenti necessari per creare un futuro alimentare sostenibile. I regimi alimentari indicati – una “dieta per la salute del pianeta” – rappresentano una soluzione flessibile per rimanere entro i cosiddetti limiti del pianeta, producendo cibo a sufficienza per 10 miliardi di persone entro il 2050, limitando l'aumento della temperatura globale a meno di due gradi e garantendo standard ottimali di salute e di valori nutrizionali. Si tratta, inoltre, di soluzioni adattabili a varie esigenze alimentari, preferenze personali e tradizioni culturali.

La dieta per la salute del pianeta è una dieta di riferimento globale per gli adulti, simbolicamente rappresentata da mezzo piatto di frutta e verdura. L'altra metà è composta principalmente da cereali integrali, proteine vegetali (fagioli, lenticchie, legumi, noci), grassi vegetali insaturi, modeste quantità di carne e latticini, e alcuni zuccheri aggiunti e verdure amidacee.

EAT forum.org12

Clicca sulle caselle di seguito per saperne di più.

La dieta per la salute del pianeta

La dieta per la salute del pianeta

Scopri di più
    Assunzione giornaliera di macronutrienti (quantità consigliata in grammi)  Assunzione calorica giornaliera 
Cereali integrali    
Riso, grano, mais e altro  232 811
Tuberi o verdure amidacee    
Patate e manioca 50 (0–100) 39
Verdure    
Tutte le verdure 300 (200–600) 78
Frutta    
Tutta la frutta 200 (100–300) 126
Latticini    
Latte intero o equivalenti 250 (0–500) 153
Fonti proteiche    
Carni bovine, ovine, suine 14 (0–28) 30
Pollo e altri gallinacei 29 (0–58) 62
Uova 13 (0–25) 19
Pesce 28 (0–100) 40
Legumi 75 (0–100) 284
Frutta a guscio 50 (0–75) 291
Grassi aggiunti    
Grassi insaturi 40 (20–80) 354
Grassi saturi 11.8 (0-11.8) 96
Zuccheri aggiunti    
Tutti gli zuccheri 31 (0–31) 120

Credit: EAT Lancet Commission: Healthy Diets from Sustainable Food Systems

Indagine YouGov 2022 sui consumi di carne

Indagine YouGov 2022 sui consumi di carne

Scopri di più
Le call for reduction

Le call for reduction

Scopri di più

Non siamo gli unici a proporre una riduzione del consumo di prodotti animali; questa è un'opinione sempre più condivisa da diverse organizzazioni:

Organizzazione Obiettivo Tempistica
50by40 logo - the words 50by40
50by40
Riduzione del 50% della produzione e del consumo globale di prodotti d'allevamento in tutte le specie 2040
Eating Better logo - name with red, green and blue circle next to it
Eating Better
Riduzione del 50% del consumo di carne e latticini nel Regno Unito e il resto proveniente da fonti sostenibili 2030
NRDC logo - A polar bear and star in a shield
Natural Resources Defense Council
Riduzione del 20% delle emissioni di gas serra legate alla produzione di alimenti a forte impatto climatico N/A
World Resources Institute logo - name of organisation
World Resources Institute
Riduzione del 25% delle emissioni di gas serra legate all'alimentazione 2030
Friends of the Earth logo - a green circle above the name
Friends of the Earth
Riduzione del 25% delle emissioni di carbonio lungo tutta la filiera e riduzione del 25% degli acquisti di prodotti animali da allevamento intensivo N/A
One NYC logo - the name
OneNYC2050
Eliminazione graduale dell'acquisto di carne trasformata e riduzione del 50% dell'acquisto di carne bovina 2050
C40 Cities logo - name on a green background
C40 Cities
Adattare la filiera ai criteri stabiliti dalla dieta per la salute del pianeta 2030
Greenpeace logo - name written in green
Greenpeace
Riduzione del 50% della produzione e del consumo di prodotti animali 2050
CIWF logo - lamb leaping with green circle behind
Compassion in World Farming
Riduzione del 50% della produzione e del consumo di prodotti animali 2035 – per i paesi ad alto consumo
2050 – a livello globale
HSUS logo - the shape of the USA made up with images of animals
Humane Society of the United States
50% dei pasti offerti nei programmi ed eventi di ristorazione pubblici negli Stati Uniti basato esclusivamente su alimenti di origine vegetale 2025
Integrare la senzienza animale nella politica alimentare

Integrare la senzienza animale nella politica alimentare

Scopri di più

Henry Dimbleby, cofondatore di Leon Restaurants e della Sustainable Restaurant Association

Il cibo come problema, il cibo come soluzione

Il cibo come problema, il cibo come soluzione

Scopri di più

James Bailey, Executive Director, Waitrose

Perché i menu a base vegetale sono una triplice vittoria per le aziende

Perché i menu a base vegetale sono una triplice vittoria per le aziende

Scopri di più

Rachel Eyre, Sustainable Procurement manager, Compass Group

Sulla base di calcoli dettagliati, il nostro report More Money More Meat (2023) indica in che misura i paesi ad alto e medio reddito devono ridurre i consumi di alimenti di origine animale – carne, pesce e frutti di mare, prodotti lattiero-caseari e uova – per evitare di sforare i limiti planetari.

Passare a un’alimentazione più sana per il pianeta può rappresentare un cambiamento significativo nei modelli di consumo: per i paesi sviluppati si consiglia una significativa riduzione della quantità di proteine di origine animale e un conseguente aumento delle proteine di origine vegetale, per i paesi in via di sviluppo, si riconosce la necessità di elaborare strategie locali, in linea con le raccomandazioni di EAT Lancet, per quanto riguarda l'assunzione di sufficienti quantità di proteine. Tutte le regioni, tuttavia, devono aumentare il consumo di verdura, frutta, legumi, cereali integrali e frutta a guscio.

Oltre a considerare una riduzione dei consumi di proteine animali, Compassion e altre organizzazioni stanno sollecitando una drastica trasformazione dei sistemi di produzione. Tutti gli animali devono essere allevati in sistemi con migliori standard di benessere ed è necessario convertirsi a pratiche agricole più rigenerative.

Dare impulso a un sistema alimentare rispettoso del benessere e del clima

Così come l’attuale sistema alimentare cominciò a svilupparsi oltre 75 anni fa per fare fronte alla carenza di cibo del dopoguerra, oggi si può andare incontro a una nuova evoluzione, verso un sistema più innovativo, tecnologico, umano e rispettoso del clima. Si tratta di un’evoluzione necessaria, perché l’attuale modello non è sostenibile.

La strategia principale per raggiungere questo obiettivo è il riequilibrio delle proteine, cioè una netta riduzione del consumo di alimenti di origine animale e un conseguente aumento del consumo di frutta e verdura. Come indicato anche nel report EAT-Lancet, la riduzione del consumo di prodotti di origine animale varierà a seconda delle regioni. Riequilibrare l’apporto proteico animale negli Stati Uniti, in Europa e in altre regioni con alti livelli di consumo è fondamentale per la sostenibilità futura.

Alcuni governi e alcune città stanno già chiedendo una riduzione del consumo di carne nelle loro linee guida nutrizionali nazionali e raccomandano attivamente fonti proteiche di origine vegetale anziché animale.

Riducendo del 53% il consumo globale di proteine animali entro il 2050 e nutrendo il bestiame con foraggi, pascoli e sottoprodotti dell'agricoltura, al posto di colture commestibili per l'uomo, si raggiungerebbero i seguenti obiettivi13:

18% Diminuzione delle emissioni di gas serra
35% Diminuzione dell’uso di energia non rinnovabile
9% Diminuzione del tasso di deforestazione globale
12% Diminuzione del tasso di erosione dei suoli
26% Diminuzione dell’uso di terreni coltivabili
22% Diminuzione dell’uso di pesticidi
46% Diminuzione dell’uso di fertilizzanti azotati
40% Diminuzione dell’uso di fertilizzanti fosfatici
21% Diminuzione dell’uso di acqua per l’irrigazione

Fonte: Schader C et al. 2015. Impacts of feeding less food-competing feedstuffs to livestock on global food system sustainability. J. R. Soc. Interface 12: 20150891. http://dx.doi.org/10.1098/rsif.2015.0891

Adottando pratiche di allevamento rigenerativo, è possibile aumentare ulteriormente la portata di questi effetti.

Il grande impatto delle piccole scelte: come le aziende possono cambiare il nostro sistema alimentare

Le aziende alimentari possono cogliere un'occasione preziosa per dare vita a un percorso più sostenibile, dove le persone, il pianeta e gli animali possano prosperare e vivere in armonia.

Per raccogliere sfide imponenti quanto nutrire una popolazione in crescita rispettando i limiti del pianeta, è essenziale operare le scelte giuste e agire in fretta.

Tutte le decisioni che riguardano filiera, prezzi, marketing, posizionamento dei prodotti – proporzionalmente alle dimensioni sulle quali si operano – hanno effetti su salute, ambiente e benessere degli animali in tutto il mondo.

Esortiamo le aziende a seguire un approccio olistico alla produzione alimentare, riducendo la propria impronta sul benessere animale e sulle crisi climatica, ecologica e sanitaria.

Se fissiamo obiettivi chiari per ridurre la produzione e il consumo sia di carne sia di altri prodotti di origine animale e al contempo investiamo in pratiche più rispettose del benessere e di tipo rigenerativo, possiamo dare impulso al cambiamento.

Numerose aziende stanno compiendo importanti investimenti per migliorare il benessere animale, per esempio adottando politiche che non prevedono l’allevamento in gabbia e aderendo a iniziative come Better Chicken Commitment.

Altre, invece, sfruttano le nuove tecnologie per soddisfare le richieste dei consumatori di maggiore sostenibilità. L’offerta proteica “alternativa” si arricchisce così di prodotti sempre nuovi, a base vegetale o di carne cellulare, e di menu innovativi. Tuttavia, sono pochissime le aziende che si sono attivate per “sostituire” completamente le proteine di origine animale.

È un momento entusiasmante per le aziende alimentari: per innovare, investire e partecipare alla transizione verso un sistema “planetario resiliente”.

Scopri di più sulle iniziative delle aziende in questo ambito.

  1. Rockström J, Steffen W, Noone K et al. A safe operating space for humanity. Nature 461, 472–475 (2009) doi:10.1038/461472a.
  2. FAO. 2016. Key facts on food loss and waste you should know. Food and Agricultural Organisation of the United Nations. Fonte: http://www.fao.org/save-food/resources/keyfindings/en/
  3. Institute for Health Metrics and Evaluation. "More than 2 billion people overweight or obese, new study finds: Massive global research project reveals 30 percent of the world's population affected by weight problems." ScienceDaily. ScienceDaily, 12 giugno 2017.
  4. GBD. 2017. Diet Collaborators, Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990–2017: a systemic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017, The Lancet 393(10184), April 2019. https://www.thelancet.com/article/S0140-6736(19)30041-8/fulltext
  5. UNEP. Global Environmental Outlook 2019. op. cit.
  6. World Health Organisation. 2011. http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2011/whd 20110406/en/
  7. Mekonnen M, Hoekstra A. 2012. A global assessment of the water footprint of farm animal products. Ecosystems.: DOI:10. 1007/s10021-011-9517-8.
  8. Edmondson JL et al. 2014. Urban cultivation in allotments maintains soil qualities adversely affected by conventional agriculture. Journal of Applied Ecology 2014,51,880-889.
  9. Tsiafouli MA et al. 2015. Intensive agriculture reduces soil biodiversity across Europe. Global Change Biology:21, pp. 973-985.
  10. World Health Organisation and Secretariat of the Convention on Biological Diversity. 2015. Connecting global priorities: biodiversity and human health.
  11. Lelieveld et al. 2015. The contribution of outdoor air pollution sources to premature mortality on a global scale. Nature, Vol 525
  12. The Planetary Health Diet. Eat. https://eatforum.org/learn-and-discover/the-planetary-health-diet/ [consultato il 28 ottobre 2020]
  13. Schader C et al. 2015. Impacts of feeding less food-competing feedstuffs to livestock on global food system sustainability. J. R. Soc. Interface 12: 20150891. http://dx.doi.org/10.1098/rsif.2015.0891

Contattaci

Per saperne di più sul nostro programma Rethinking Food, contatta il Settore Alimentare

Contatta il nostro Settore Alimentare
Globe

Stai utilizzando un browser obsoleto che non supportiamo. Ti preghiamo di aggiornare il tuo browser per migliorare la tua esperienza e la tua sicurezza.  Se dovessi avere ulteriori domande a riguardo, o qualsiasi altro problema, ti preghiamo di contattarci a info@ciwfonlus.it. Cerchiamo di rispondere a tutte le richieste entro due giorni. Tuttavia, a causa dei volumi di richieste che riceviamo, a volte potremmo metterci più tempo, ti preghiamo in quel caso di scusarci. In alternativa, se la tua richiesta è urgente, puoi contattare il nostro team di supporto al: +39 051 2960818  (le linee sono disponibili dalle 9:00 alle 17:00, dal Lunedi al Venerdì)